Al di là

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martedì 12 maggio 2015

LA COSCIENZA AL TEMPO DEL WEB

In questi giorni, mi è tornato in mente un quesito che mio padre, ogni tanto mi ripeteva, per farmi capire il valore della vita di ogni essere umano. Questa domanda era: “ Se tu potessi, premendo un bottone, uccidere un cinese sconosciuto a migliaia di chilometri di distanza e, contemporaneamente, a causa di questa tua azione, diventare una delle persone più ricche del mondo, lo faresti? Infondo di quel cinese non sai niente e persone nel mondo ne muoiono tante… dopodiché mi spiegava il perché questa azione non andava fatta e io capivo che ogni vita ha grande valore. Detto questo trovo assolutamente difficile attuare questa piccola regola di vita al mondo attuale. Nessuno, almeno nella norma, è un assassino, ma siamo sicuri di non premere mai quel bottone? Io ho i miei dubbi. I nostri cellulari, per funzionare, hanno bisogno del coltan, quel minerale che viene estratto in Congo, estratto da uomini che sono più o meno in condizione di schiavitù, in uno stato perennemente in guerra proprio perché, per le multinazionali, in uno stato senza nessuna regola e in balia di guerriglieri è più facile fare affari d’oro. Assumiamo tutti i giorni, nell’ 80% dei prodotti che compriamo al supermercato, l’olio di palma. Quest’olio per essere prodotto provoca la distruzione di foreste tropicali, essenziali per l’equilibrio e la vita del pianeta, compresa la vita umana, estinzione di specie animali già a rischio come oranghi, tigri, rinoceronti e l’uccisione di popoli indigeni, come accade alle popolazioni di Papua Nuova Guinea, sterminate dal governo indonesiano. Non parliamo poi dell’estrazione del petrolio o dell’uranio nei paesi africani. Attività che provocano distruzione, morte e malattie delle popolazioni lì residenti, attività che vengono fatte senza nessuna precauzione con la complicità dei governi locali ampiamente pagati e corrotti dalle multinazionali. E vogliamo parlare poi delle nostre tasse ampiamente utilizzate per acquistare armi, con le quali, o per la guerra o per la cosiddetta “pace”,persone innocenti vengono uccise per far sì che noi, popoli “civili” e “progrediti” possiamo continuare a condurre la nostra civile e progredita vita, attenti alle regole civili del vivere comune, attenti a raccogliere la cacca del nostro cagnolino col sacchettino di plastica, attenti a infilare il guanto di plastica per scegliere la frutta al supermercato, attenti ad acquistare la merendina light per non ingrassare. Non siamo diventati ricchi come l’uomo che uccide il cinese premendo un bottone, ma, che diamine, un po’ di comodità ce le siamo guadagnate e non in cambio della morte di un cinese sconosciuto, ma in cambio della morte centinaia di migliaia di persone nei paesi più poveri del mondo. Io non dico che in passato queste cose non accadessero, ma la popolazione “normale” ne era in grande parte all’oscuro. L’informazione era molto limitata e condizionata e non c’era modo di rendersi conto di alcune cose se non recandosi personalmente sul posto, operazione possibile a un numero ben limitato di persone. Ma oggi no, oggi abbiamo questa gran possibilità di internet che ci dà la possibilità di sapere. Oggi io “so” e non posso far finta di nulla. Se faccio finta di nulla “premo il bottone” E non uccido un cinese sconosciuto, uccido un uomo il cui volto appare sul video del mio computer, un uomo di cui vedo le ferite, vedo la sofferenza e, attraverso il video, lo tocco quasi con mano. Ma nessuno di noi si ferma, nessuno di noi rinuncia, anzi è necessario “aumentare la crescita” come ci dicono i nostri politici, per aumentare la produzione, aumentare l’uso di tutti quei prodotti che, indirettamente, provocano morte e distruzione, aumentare le guerre nei paesi produttori di materie prime per averli a buon prezzo, senza “fisime ambientaliste” e per averne sempre di più. Quel bottone non dobbiamo premerlo una volta sola, ma dobbiamo continuare a premerlo ininterrottamente finché la mano ci fa male e il braccio è indolenzito.